TESSITURA E FILATURA
Nei resoconti economici del
paese, ricorrente è il riferimento alla produzione di panni e
canapi.
Infatti fra le diverse forme di reddito quando il lavoro dei campi era
fermo, era rilevante quella fornita dalla produzione di tessuti in lino
e canapa e di pezzi di lana.In molte case c’erano i telai, strumenti
che, mossi dalle mani veloci e agili delle donne, producevano lunghi
scampoli di tessuto di canapa o lino o panni di lana che in vari passaggi
finivano sui vari mercati valligiani o nelle città vicine. Canapa
e lino venivano coltivati con cura meticolosa sempre dalle donne che
seguivano ogni fase della coltivazione, concimazione, raccolta, successiva
macerazione in acqua , poi la sfibratura con pettini in ferro e coltelli,
lavaggio e filatura al "filarol" e tessitura finale. Le giovani
donne lavoravano per anni ai vari strumenti per produrre, oltre ai lotti
commerciali, anche la "dote" che ben riposta nel baule di
nozze le avrebbe accompagnate al matrimonio e nella casa della famiglia
del marito.
La stessa linea per la produzione dei tessuti vegetali era seguita anche
per la lavorazione più semplice della lana. Dopo la tosa delle
pecore fatta dagli uomini poco prima dell’inverno, la lana veniva
cardata, filata, ridotta in matasse di uno o più fili, lavata
e quindi tessuta al telaio o con i ferri per maglioni e calze per proteggere
dai rigori dell’inverno. I colori per tingere i tessuti venivano
comprati nei vicini mercati di Nozza e Tavernole o venivano usati malli
di noce, tannini, sambuco o terre di ocra o di Siena.
Collaterale alle lavorazioni principali c’erano gli addetti al
lavoro di cardaio (canapi ), materassaio, sarto, bottonaio, lavandaia,
stiratrice e dopo un lungo uso e vari rattoppi tutto finiva nelle onnipresenti
mani dello straccivendolo perché nulla nell’economia rurale
veniva buttato, ma si trasformava. Non bisogna dimenticare inoltre,
in questa nostra epoca di centri commerciali e vendite via internet
le "palere", indimenticabili donne in bicicletta, che con
il caratteristico zaino di legno dagli innumerevoli cassettini, battevano
ogni paese della valle vendendo tutti gli accessori di sartoria: aghi,
pettini, spolette, bottoni, pizzi etc. Al loro arrivo tutte le donne
correvano per gli acquisti e sovente pagavano con uova, polli, conigli
e salami.