Storia di Lodrino
In base a ricerche storiche sinora
edite Letrino ( Lodrino ) è nominato fra le terre donate coi loro
servi al monastero di S. Giulia (Brescia) da Desiderio, rè dei
Longobardi.
Badessa del monastero da lui fondato era la figlia Ansilsperga la cui
nascita è datata verso il 750 d.C.
In epoche successive si accresce e si afferma una discreta realtà
rurale grazie a quei coloni che, direttamente o attraverso atti di usurpazione,
entrano in possesso dei beni del monastero.
Nei secoli seguenti molti personaggi di Lodrino figurano in documenti
storici dell’epoca mediovale.
Per avere una sicura testimonianza dell’esistenza della comunità
bisogna però giungere all’anno 1385, quando Gian Galeazzo
Visconti nel porre ordine alle cose amministrative, include il Comune
nelle " Quadre " della ValleTrompia.
La valle nel 1426 si consegna alla Serenissima Repubblica di Venezia;
da quel periodo le vicende storiche del paese sono legate a quella della
ValleTrompia e della città di Brescia.
Inizia così la lunga dominazione veneta che si concluderà
nel 1797.
La realtà economica
Con il passaggio al dominio veneto ne traggono vantaggio le attività
collegate al commercio di prodotti ferrosi, ma il principale supporto
economico dei residenti è assicurato dal lavoro della terra, dallo
sfruttamento dei boschi, dall’allevamento del bestiame e da piccole
aree in parte coltivate a vite. E’ soprattutto in questo settore
che vengono imposti vincoli feudali a cui faranno riferimento usi e costumi
che si protrarranno ancora per molto tempo nella piccola comunità.
Verso il 1600 si segnalano, accanto alla produzione di chiavi e chioderie,
la tessitura di panni di lana, di lino ed il trasporto di materiale ferroso
dalla ValleTrompia alla ValleSabbia.
Una statistica economica compilata nel 1824 non comprende né nobili,
né pensionati; gli impiegati comunali e privati raggiungono il
numero di 15, i sanitari sono 2 e 6 gli artigiani.
Gli agricoltori ed i pastori sono circa 200; si contano 3 miniere con
46 occupati.
La misera situazione dei contadini determina dal 1850 al 1900 un sensibile
flusso migratorio verso la Svizzera. Le condizioni dei Lodrinesi migliora
un poco con la fondazione di una latteria sociale; i soci nel 1893 sono
92 ed i bovini allevati raggiungono nel 1903 la quota di 311 capi.
Fino al 1950 l’agricoltura rimane ancora la risorsa principale e
l’emigrazione verso la Svizzera una dura necessità.
La ripresa economica comincia però a farsi sentire nei centri industriali
della valle; inizia così un periodo di forte pendolarismo che diminuirà
solo verso il 1980 quando finalmente, anche nel comune, sorgeranno numerose
aziende artigianali